venerdì 24 dicembre 2010

Continuum 34 è online.


È ora disponibile online la nuova edizione di CONTINUUM, rivista telematica di fantascienza. Anche questo numero, il 34, è suddiviso come di consueto nelle sezioni Racconti, Recensioni e Opere di Saggistica.

Quattro i racconti di questo numero, ovvero La farfalla e la quercia di Gianni Sarti, Alessandra di Donato Altomare, È morto Antonio di Lorenzo Iacobellis, Empatia 6.2 di Adriano Muzzi.

Per le recensioni, Fabio Calabrese ci parla di "Universi quasi paralleli" di Antonio Caronia mentre Gianfranco Sherwood, analizza un altro saggio, "Storia e destino" di Aldo Schiavone; per i fumetti Andrea Carta esamina le avventure di Adèle Blanc-Sec, che in futuro potremo apprezzare sul grande schermo nella trasposizione cinematografica di Luc Besson, mentre la pagina riservata al cinema conta quattro recensioni di Gianni Ursini (su "Avatar", "Transformers 2", "Outlander" e "Astro Boy"), e per i `Film da recuperare` Gianfranco Sherwood stavolta si cimenta con "Cloverfield"; la sezione si chiude con l'ultima puntata delle `Visioni cyberpunk` di Giovanni De Matteo.

Il decennale di Science plus Fiction (cui è pure dedicato l’editoriale di questo numero di Continuum) è il cuore della sezione saggistica, con la cronaca del Festival, curata da Gianni Ursini, le riflessioni di Fabio Calabrese, e infine le iniziative collaterali della rassegna, ovvero la presentazione di "Shi Kong: China Futures" e del romanzo vincitore del Premio Urania 2010, ovvero "Lazarus" di Alberto Cola, a cura di Roberto Furlani. Infine, il nuovo capitolo del `Manuale della fantascienza` di Fabio Calabrese, stavolta imperniato sull'interessante tema della realtà virtuale.

Continuum 34 è gratuitamente accessibile a questo link.

lunedì 20 dicembre 2010

Solo il mimo canta al limitare del bosco.

Immaginate un mondo futuro, molto lontano nel tempo, in cui le emozioni sono represse fino a sviluppare leggi che per tutelare la privacy non consentono di rivolgersi con affetto a chi vi siede accanto, o la convivenza fra donne e uomini. Un mondo nel quale tutti i bisogni fisici sono soddisfatti dai robot, nel quale l’amore stesso è bandito, e l’accoppiamento a fini procreativi è praticato raramente, e in rigorosa conformità al motto “il sesso svelto è meglio”. Un mondo in cui tutti assumono regolarmente farmaci sedativi per mantenere l’assoluto controllo sui sentimenti, e in cui la curiosità viene sistematicamente scoraggiata.
Si tratterebbe di un mondo in cui il desiderio di vivere scomparirebbe, e in effetti in questa New York del futuro creata da Walter S. Tevis si assiste spesso a suicidi pubblici collettivi, praticati soprattutto da studenti, e sui quali è proibito intervenire in soccorso delle vittime.
Per motivi non del tutto chiari gli esseri umani sono sterili, e quindi questo mondo è fortemente sottopopolato: ci sono solo circa venti milioni di abitanti su tutta la Terra, oltre ovviamente a milioni di robot, fra i quali i modelli della Serie Nove, formata da umanoidi di sintesi che, per via del loro avanzato processo di fabbricazione, hanno emozioni umane.
Le città giacciono in uno stato di abbandono, benché sopravvivano grazie agli automatismi dei robot, che pure in realtà iniziano a mostrare carenze e inefficienze che nessuno ha più interesse a riparare.
Oltre a tutto il resto, in questo mondo nessuno sa leggere, né scrivere. Semplicemente perché non è necessario. Le parole stesse che descrivono queste attività sono diventate desuete  e incomprensibili.
In questo desolante scenario, un giorno un uomo ritrova casualmente dei libri, e impara gradualmente ad associare un significato ai segni strani che vi vede impressi, e così, faticosamente, apprende a leggere, e gradatamente anche a scrivere.
Solo il mimo canta al limitare del bosco (tit. orig. Mockingbird, del 1980, traduzione di Silvia Stefani, ripubblicato in Italia con il brutto titolo Futuro in trance) è in effetti il diario del protagonista, con intercalati alcuni capitoli narrati in terza persona con cui si fa il punto sugli altri personaggi.
L’esperienza della lettura conduce il protagonista, Bentley, alla conferma delle sue intuizioni: il mondo ha una sua storia, e in questa storia non tutto è sempre stato come gli appare nell’oggi. Grazie ai libri, Bentley intraprende un viaggio di trasformazione, che nell’incontro con una donna, Mary Lou, giunge ad una svolta radicale. In barba alle leggi vigenti, la donna è audace, sfrontata, irrispettosa delle norme, capace di esprimere le sue emozioni, e consapevole dell’inferiorità dei robot rispetto agli esseri umani. “Molla la presa, robot!” si rivela un motto capace di dissuadere dal loro intento persino i robot poliziotti. 
Dapprima Bentley è spaventato da Mary Lou e la evita, ma poi la sua insopprimibile umanità lo costringerà a mettersi sulle tracce della donna, fino a innamorarsene, e pagare questa trasgressione con la cattura e la detenzione in una prigione controllata dai robot.
È difficile stabilire un ordine da seguire per descrivere i pregi di questo libro, perché sono davvero tanti. Walter S. Tevis, che ha scritto solo un altro romanzo di fantascienza, ovvero il celeberrimo L’uomo che cadde sulla terra, si approccia al genere con la semplicità di chi non teme di attraversare ambienti stereotipati senza mai risultare stereotipato. Grazie ad una storia traboccante di umanità, narrata con una prosa sobria e dolce, che svetta spesso su picchi di autentica poesia, uno scenario così opprimente e tutto sommato poco originale diventa invece un terreno fertile, pieno di segreti, che il protagonista scopre via via nel corso della sua odissea.
Bentley si avventura in un viaggio di ricerca che nella sua costante pericolosità fisica esprime i rischi, ben maggiori, che incontra durante la sua odissea all’interno dell’identità umana. Individuale, per la sua avventura personale, e collettiva, per la riscoperta della storia del genere umano e del senso profondo della sua continuazione.
La scintilla che innesca il suo motore interno sono i libri, di cui è perennemente alla caccia.
Seguiamo così Bentley nel momento in cui si imbatte in misteriose e abbandonate biblioteche, sentiamo la sua delusione quando è costretto a misurarsi con scaffali vuoti, esultiamo con lui e per lui quando il ritrovamento di una dozzina di libri improbabili come i manuali per la manutenzione dei robot o dei pensiero-bus gli fornisce l’entusiasmo che riaccende la sua vitalità e la voglia di continuare la sua battaglia solitaria per sottrarsi all’ineluttabile: nel mondo di Bentley gli esseri umani sono diventati sterili, e quella descritta è ormai l’ultima generazione; solo i Robot sopravvivranno al genere umano, e allora, poiché nati per servirlo, saranno anch’essi diventati inutili.
Bentley vive alla costante ricerca di libri da leggere (oltre a lottare per tornare dalla sua Mary Lou) e in realtà sopravvive grazie ad essa, e soprattutto grazie all’evoluzione della propria abilità alla lettura nel desiderio di scrivere, realizzando così il diario della sua vita.
La società controllata dai Robot è prossima alla fine. Modellata su criteri di totale razionalità, indifferente a se stessa, efficiente e regolamentata, deprivata di ogni traccia di emozione e di affetto, essa scopre (per il tramite del protagonista Robot Serie Nove, il Preside Spofforth) la completa inutilità e illogicità della vita umana. In una specie di tacita presa di coscienza collettiva della piatta e grama esistenza offerta dal dominio della ragione, non si può dar torto agli uomini e le donne che praticano il suicidio collettivo, che rinunciano ad una vita che di umano non ha più nulla, nemmeno la speranza, la fiducia nella semplice esistenza di altre possibilità. Solo a Bentley è riservata una simile opportunità; solo Bentley se la concede e se ne appropria con gioia.
Né si può dar torto al Robot, Spofforth, che, impotente di fronte alla propria perfezione intellettiva e alla impossibilità di essere umano che in essa alberga, è preda di un’invidia intollerabile che lo induce a volere di fatto annientare l’umanità, lasciando che languisca in una lenta e inesorabile estinzione. Vittima della parte umana che suo malgrado gli è stata innestata, Spofforth inizia persino a desiderare una donna, ma il suo corpo per il resto anatomicamente perfetto è incapace di accoppiamento. Eppure il Robot riserva delle sorprese, che qui certo non anticiperemo.
I numerosi piani dell’odissea di Bentley sono intimamente connessi l’uno con l’altro.
L’apprendimento della lettura e poi della scrittura, la trasposizione in forma sonora (il suo lavoro all’inizio della narrazione) dei dialoghi scritti dei vecchi film muti (il romanzo trabocca di citazioni), l’attrazione per Mary Lou che gli evoca dapprima una timorosa diffidenza e poi un irrefrenabile desiderio (che si realizza anche attraverso l’insegnamento della lettura a Mary Lou stessa), il soggiorno in carcere e l’incontro con poetici compagni di prigionia (indimenticabile la scena del falò sulla spiaggia), la tenace volontà di sopravvivere alla rassegnazione, a fare della propria solitudine una fase indispensabile ma transitoria verso una rinascita.
Tutto tende ad uno stesso fine, le linee parallele via via convergono verso ciò che avviene nelle ultime pagine, in cui giungono al termine i vari livelli di viaggio.
Le linee si fondono così in una sola, proprio come nella parola scritta che Bentley tanto ama.
In questo romanzo troverete episodi e situazioni che ben pochi saprebbero rendere plausibili: un dialogo commovente fra un uomo e un autobus, una donna sfrontata e volubile ma anche irresistibile (sigh!) che vive accampata nel rettilario di uno zoo, un falò sulla spiaggia intorno a cui si riuniscono i detenuti in un’ora d’aria rubata ai loro sorveglianti, un robot che si spoglia per mostrarci l’irrimediabile deficienza sessuale della sua nudità.
Sorrido, con orgoglioso distacco di lettore di genere, al pensiero che alcuni ritengono la fantascienza un genere minore.

Per chi ne ha voglia, in questo breve estratto audio da me realizzato, il protagonista, Bentley, progetta e realizza la fuga dalla prigione in cui è stato rinchiuso per aver violato la proibizione della lettura dei libri e le leggi sulla privacy.



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sabato 18 dicembre 2010

Altrisogni: è uscito il numero 2.

È uscito da qualche giorno il secondo numero di Altrisogni, e-magazine di narrativa di fantascienza, horror e weird italiana. Si parte con le Notizie, con novità dal panorama editoriale nostrano, riconoscimenti di talenti, nuove pubblicazioni e occasioni per scrittori. La redazione di Altrisogni ha intervistato per questo numero Adriano Barone, sceneggiatore di fumetti e autore del romanzo Il ghigno di Arlecchino, pubblicato da Asengard Edizioni. Poi ancora la prima puntata di un vasto articolo di approfondimento sulle tecniche di scrittura per i racconti fantastici. Completano la rivista le Recensioni di sei volumi di narrativa italiana e le Suggestioni su fonti di ispirazione e strumenti per i nostri autori. La novità del secondo numero di Altrisogni è la nuova procedura per inviare i racconti in visione alla redazione.
In questo secondo numero infine passano da otto a dieci, tutti inediti, i racconti pubblicati. 
Gli autori: Francesca Angelinelli, Valentino G. Colapinto, Matteo Cortini in coppia con Leonardo Moretti, Mirko Dadich, Riccardo Falcetta, Anna Giraldo, Gabriele Lattanzio, Alfredo Mogavero, Maria Adele Popolo e Tanja Sartori. 
La copertina e i disegni interni sono realizzati da Ettore Biondo.
Per l'acquisto, solo 2,88 €, come di consueto, da versare nel portale dell'editore Dbooks, qui.

martedì 14 dicembre 2010

Terre di Confine: è uscito il N. 10.

E' arrivato il Numero 10 del magazine Terre di Confine, avente il duplice tema dell'incubo nucleare e del "ciclo arturiano", ovvero una distopia e un'utopia accostate per l'occasione.
La rivista è disponibile per il libero download nel sito della neonata Associazione Culturale Terre di Confine, più precisamente alla pagina web dell'editoriale di questo nuovo numero, ovvero qui.




Il sommario:
Editoriale Autodistruzione for dummies, di M. De Faveri
Racconto Cadrà dolce la Pioggia di Ray Bradbury
Corto There will come soft rains di C. Donati
Lettura La Strada di C. Donati
Lettura Cronache del Dopobomba di C. Donati
Lettura Addio Babilonia di L. Germano
Lettura Un Cantico per Leibowitz di L. Germano
Lettura Paria dei Cieli di F. Troccoli
Lettura Il Simbolo della Rinascita di D. Mana
Lettura Metro 2033 di L. Germano
Lettura Il Segreto delle Tre Pallottole di C. Donati
Cronaca L’Alba del Nucleare di C. Donati
Scienza Armi Nucleari di C. Donati
Cronaca Chernobyl, Storia di un’Apocalisse di C. Donati
Cinema Testament di Cuccu’ssette
Film TV The Day After — Il Giorno Dopo di C. Donati
Cinema Gli Avventurieri del Pianeta Terra di L. Colombi
Animazione Quando Soffia il Vento di Cuccu’ssette
Lettura Un Americano alla Corte di Re Artù di F. Viegi
Lettura Le Nebbie di Avalon di E. Romanello
Lettura La Grotta di Cristallo di D. Di Bartolo
Lettura L’Ultimo Incantesimo di D. Di Bartolo
Lettura Il Giorno Fatale di C. Del Buono

Lettura Il Re d’Inverno di V. D’Alberto
Film TV Merlino di P. Motta
Cinema Camelot di J. Berardinelli
Cinema Excalibur di Cuccu’ssette
Cinema Il Primo Cavaliere di Cuccu’ssette
Cinema King Arthur di D. Picciuti
Leggende La vera Spada nella Roccia di L. Garlaschelli
Cultura Il Mito Arturiano di C. Crosignani
Musica Tristano e Isotta di G.L. Rossato
Cinema Akira di L. Colombi
Serie TV Conan di D. Mana
Cinema Nausicaä della Valle del Vento di A. Tripodi
Serie TV Ken il Guerriero (1) di S. Baccolini
Serie TV Ken il Guerriero (2) di S. Baccolini
Serie TV La Spada di King Arthur (1) di M. De Faveri
Serie TV La Spada di King Arthur (2) di M. De Faveri

giovedì 9 dicembre 2010

La Trilogia "Timeliner", di Richard C. Meredith.

Avevamo parlato di Richard Carlton Meredith in questo Blog circa due anni fa, colpiti in pari misura dal romanzo “I mercenari del tempo” (At the narrow passage) e dalla sfortunata vita dell’autore, prematuramente scomparso a 42 anni di età, nel momento in cui la sua produzione letteraria stava raggiungendo un apice di successo, e in seguito pressoché dimenticato dal grande pubblico.
“I mercenari del tempo” è in realtà il primo volume di una trilogia (ed è il solo pubblicato anche in italiano), i cui due sequel sono intitolati No Brother, No Friend e Vestiges of Time.
L’intera saga è stata pubblicata in varie edizioni in lingua inglese con l’accattivante titolo The Timeliner Trilogy, di cui mi sono procurato una copia usata in internet, in buone condizioni e ad un prezzo irrisorio.
La storia si basa sull’arcinoto tema degli Universi Paralleli, che in questi romanzi viene però portata ad un livello, per così dire, estremo. La sua originalità risiede quindi non tanto nell’idea di fondo, quanto nella maniera abile e intrigante in cui essa viene sviluppata.
Eric Mathers, il protagonista, vende la sua opera professionale di soldato ad una misteriosa popolazione aliena, i Krith, che gli affidano incarichi di guerra attraverso gli infiniti universi paralleli. Il protagonista si muove quindi fra molteplici “linee” temporali alternative, e così scopre via via tasselli di verità che ignorava, e che accrescono gradualmente il suo disorientamento e l'angoscia di essere strumento di una macchinazione gigantesca, sullo sfondo di una guerra senza quartiere fra misteriosi Krith e una fazione di umanoidi che a questi si oppongono. La maggior parte degli eventi storici che avvengono, e delle guerre che si combattono in tutti i mondi, si configura pertanto come la manifestazione apparente, nell’here and now di ogni singola dimensione parallela, di un conflitto fuori dal Tempo fra questi due gruppi antagonisti di potere, che perseguono ciascuno il proprio scopo occulto.
Il primo romanzo prende avvio in una Linea in cui si combatte una secolare guerra mondiale fra la Gran Bretagna, che ha soffocato nel sangue sia la rivoluzione americana che quella francese, e un moderno Sacro Romano Impero che controlla l’Europa continentale, per poi snodarsi nei sotterranei del quartier generale dell’American Republican Army, ovvero l’esercito clandestino che lotta per l’indipendenza degli Stati Uniti dall’Inghilterra.
Alla fine della storia narrata nel primo libro, il protagonista giunge alla certezza di essere stato vittima di una “grande bugia”, la cui vera natura è destinata a disvelarsi, e non del tutto, solo nei due romanzi successivi. Sullo sfondo delle guerre, combattute nei vari universi talora con armi tecnologicamente avanzate, talaltra con strumenti più rudimentali, si svolge l’immancabile storia d’amore con una donna, Sally, oltre a un cospicuo novero di avventure di Mathers con le donne più belle e sensuali di ciascun mondo visitato (a tal proposito, la facilità con cui queste donne cadono ai suoi piedi risulta alquanto poco credibile, ad esser sinceri, ma non si può non chiudere un occhio su questa debolezza maschile).
Nei due romanzi successivi, gli scenari in cui il protagonista si muove, nel corso della sua rocambolesca e incessante fuga da entrambe le fazioni in lotta, sono completamente differenti da quelli utilizzati nel primo. Nell’insieme, la Trilogia si configura così come un’epopea militaresca, un’Odissea spazio-temporale, che si snoda attraverso mondi dai risvolti imprevedibili. Si passa dalla cupa guerra di trincea del primo romanzo a un’ambientazione dai toni lievemente steampunk nel secondo, fino a una fantascienza di stampo più classico nel terzo libro, nel quale diventano prevalenti il tema del Viaggio nel Tempo e quello, quasi ante-litteram, della clonazione umana (il terzo romanzo risale al 1978).
Sorprende in proposito come alcuni di questi elementi narrativi siano trattati con un’abilità e una disinvoltura che altri autori mostreranno non meno di dieci o venti anni più tardi, con riflessioni, soprattutto sull'argomento clonazione, che anticipano discussioni a carattere etico piuttosto posteriori nel tempo.
Questa miscela di temi così diversi fra loro potrebbe sembrare azzardata, ma in realtà la sapiente capacità dell’autore di districarsi fra mondi differenti e credibili (che cresce in modo tangibile, al pari del livello di scrittura e capacità di affabulazione, dal primo al terzo romanzo), e la coerenza di un io narrante che si impone sui vari mondi senza mai perdere la sua forte identità, la sua ricerca di giustizia e libertà, rappresentano in effetti il punto di forza di una storia che, pur tanto lunga, non cade mai nella ripetizione e nella monotonia (fatte salve alcune digressioni nel corso del secondo e del terzo romanzo, che risultano però presumibilmente utili come raccordi narrativi al primo, per chi non legga i tre libri in un sol blocco).
Il linguaggio è piuttosto sobrio, al punto da risultare comprensibile anche per chi non padroneggi l’inglese in maniera completa, e si fa presto l’abitudine ai termini gergali che l’autore crea per caratterizzare le due fazioni in guerra, come i “Timeliners”, sostenuti dai Krith e i “Paratimers” sostenuti dai loro antagonisti, con i rispettivi corredi di armi e mezzi per muoversi fra i mille mondi.
Una lettura che consiglio ai pochi superstiti amanti della cosiddetta “hard science-fiction”.
Per concludere, vorrei dire con una punta di soddisfazione che nel corso di questi due anni sono riuscito a mettermi in contatto con la moglie dell’autore, Joy, che ha apprezzato la mia creazione delle pagine Wikipedia su di lui, fornendo anche alcune utili informazioni per integrarle.
Ho inoltre appreso che un regista statunitense indipendente, Robert H. Gwinn (sito) , è intenzionato ad acquisire i diritti cinematografici, per girare un film basato sui romanzi di Richard. Mi auguro che questo progetto arrivi presto a vedere la luce (in coda a questo post il primo draft della copertina della sceneggiatura basata sui romanzi).
Prego infine chi ne ha voglia di aderire alla pagina di Facebook su Richard C. Meredith.
Costa solo un click.
O meglio, come scrive l’autore per rappresentare il salto da una “Linea” temporale a una parallela, un semplice “flicker”.



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sabato 4 dicembre 2010

Il Salone del Libro Usato di Milano: domani al via.

Prende il via domani, 5 dicembre, presso il Padiglione 1 di Fieramilano City (via Scarampo angolo viale Teodorico) l’edizione del 2010 del Salone del Libro Usato di Milano, che si chiuderà mercoledì 8.
Il salone è semplicemente un meraviglioso concentrato di bancarelle che offrono di tutto. La fantascienza la fa da padrona, e comunque compare in molte di esse, anche fra i rivenditori non specializzati esclusivamente nel genere.

Fra gli espositori specializzati nella fantascienza, Vi segnaliamo L’angolo di Pedro (al secolo l’amico Roberto Pedretti), alla bancarella numero 34, il Bazaar del Fantastico del mitico Andrea Jarok alla numero 334, la Libreria Yellow Kid dalla 296 alla 304, gli amici delle Edizioni della Vigna, di Arese (MI) alla numero 231, Fantascienza e… altro dell’amico Dario Vaghi alle nn. 235-239, Fantasticando Libri alla bancarella 243, Gialli e Fantascienza alle nn. 318-320, Supergulp alla 363 e FBE edizioni alla bancarella 342.
E chi più ne ha, più ne metta.

Tutte le informazioni nel sito ufficiale della manifestazione.

mercoledì 1 dicembre 2010

DBOOKS.IT, LA VIA PER L’EBOOK CONSAPEVOLE - Produrre e distribuire ebook rispettando l'unicità del formato digitale

COMUNICATO STAMPA

dbooks.it
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20154 Milano (MI)

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www.dbooks.it
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DBOOKS.IT, LA VIA PER L’EBOOK CONSAPEVOLE
Produrre e distribuire ebook rispettando l'unicità del formato digitale


Milano, 18 novembre 2010

“L’ebook è il futuro del libro”: tutti lo dicono, ma quanti addetti ai lavori lo pensano davvero? Soprattutto, quanti si stanno attrezzando davvero per sostenere i cambiamenti che questa profezia comporterà concretizzandosi?

Le grandi realtà della carta stampata hanno cominciato una lenta e cauta esplorazione del nuovo settore, ma su di loro grava l‘enorme peso di una sovrastruttura e di un modello economico che, sebbene in crisi conclamata, non possono abbandonare in tempi brevi: difficile immaginare che siano loro a spingere alla migrazione digitale in modo deciso e risoluto.

Eppure, per chi si sforza di seguire lo sviluppo dei nuovi scenari che la rivoluzione tecnologica continua a proporre, l’avvento del libro digitale era da tempo largamente annunciato, così come apparivano già evidenti le opportunità e le sfide che avrebbe comportato.

È dalle conclusioni tratte da tale considerazione che, all’inizio del 2009, è nato il progetto dbooks.it, un portale tutto italiano attivo già da alcuni mesi, progettato per raccogliere, produrre e distribuire i libri digitali nelle forme e nelle modalità permesse dalle nuove tecnologie.

L’obiettivo dichiarato di dbooks.it è dunque quello di rappresentare un punto di riferimento in quella che sarà la rivoluzione elettronica dell’editoria. Il portale, infatti, si propone non solo come nuova vetrina di vendita e produzione di ebook per gli editori italiani e stranieri, ma anche come biblioteca di contenuti e al contempo spazio di prova per i futuri scrittori.
Dbooks.it non nasce come tentativo da parte di velleitari amatori di cavalcare un’onda intravista un po‘ prima degli altri, ma da una scelta ponderata e consapevole di un gruppo di professionisti che vantano un retroterra professionale “classico”, derivato da una lunga militanza all’interno dell’editoria tradizionale.

Quello che dbooks.it intende offrire a partner e clienti è:

•    Una produzione editoriale professionale e rispettosa dei parametri richiesti per la costruzione di prodotti di qualità oggettiva
dbooks.it sfrutta l’agilità dei nuovi formati per proporre nuovi autori all’attenzione dei lettori, allo stesso tempo mantenendo alti i parametri di selezione all’origine e costruendo un prodotto di qualità editoriale che non sia meno che professionale. Per questo, ricorre a editor, artisti e illustratori – esordienti e già affermati – per proporre tutto il valore aggiunto che un editore deve essere in grado di conferire ai propri libri.

•    La capacità di presentare un contenuto editoriale in un formato diverso da quello abituale
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dbooks.it non si limita a proporre una semplice versione digitale di un testo, ma la contestualizza in funzione del contenuto, sfruttando tutto quello che il nuovo formato ha da offrire per rendere i suoi contenuti più interessanti e il suo impatto più efficace: formati differenti, multimedialità, ipertesti. Le prospettive di crescita dell’ebook sono le stesse che dbooks.it intende esplorare e sfruttare al meglio.

•    Un approccio promozionale specifico
Per ogni libro prodotto, dbooks.it è in grado di strutturare un piano di comunicazione specifico, in grado di raggiungere il pubblico potenziale. Tale opportunità si realizza soprattutto attraverso Internet, dal momento che la pubblicità di prodotti librari su carta si è spesso rivelata autoreferenziale e poco efficace se non riguarda i pochi titoli di grande richiamo. Grazie a una rete di collaborazioni con le autorevoli voci del web, dbooks.it ha la possibilità di comunicare in maniera efficace le proprie iniziative, per ciascuna delle quali propone un piano promozionale mirato. È quanto il Web permette a chi non si accontenta dell’inerzia proposta dalla semplice pagina pubblicitaria.

•    Un canale di distribuzione efficace e immediato, con condizioni di vendita adeguate al nuovo scenario
Dbooks.it  commercializza non solo i propri libri, ma si propone anche come vetrina di vendita e di promozione per ebook prodotti da editori italiani e stranieri. Il suo sistema e-commerce è reso sicuro e affidabile dalla partnership con Banca Sella e permette di acquistare i titoli disponibili e scaricarli direttamente nel computer o dispositivo portatile. I prodotti editoriali utilizzano le piattaforme più comuni e diffuse, così da permettere la massima fruibilità da parte di tutti. I formati adottati sono il PDF, leggibile direttamente sui computer, quello ePub, utilizzato dalla maggior parte dei dispositivi portatili, compresi iPod, iPhone e iPad di Apple, e il Mobi Pocket promosso da Amazon. Gli ebook avranno un costo pari circa a un terzo del prezzo di copertina medio dei libri cartacei e saranno, laddove richiesto dagli editori partner, dotati dei sistemi di protezione (DRM), mentre le proposte nate da dbooks.it saranno prive di sistemi di protezione invasivi.

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ARRIVA ALTRISOGNI, e-magazine di narrativa fantastica

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ARRIVA ALTRISOGNI,
e-magazine di narrativa fantastica



Milano, 12 novembre 2010

Altrisogni è una rivista digitale aperiodica di narrativa. Nelle sue pagine il lettore di fantascienza, horror e weird troverà notizie, articoli e racconti. Il magazine corre infatti su due binari paralleli: servizi giornalistici e narrativa inedita. Economicamente vantaggiosa, assolutamente ecologica e dichiaratamente innovativa, Altrisogni si scarica tramite Internet e si legge su telefonino, lettore di ebook e computer.

Altrisogni: il magazine digitale
Pubblicata dall’editore e distributore milanese dbooks.it (www.dbooks.it), Altrisogni è un magazine calibrato per un pubblico di scrittori e confezionato per avidi lettori. Nelle sue pagine trovano spazio articoli di servizio per chi ama la narrativa di genere, interviste con autori, notizie e recensioni. La rivista ha un occhio di riguardo per i lettori con una spiccata vena creativa e per gli scrittori collaudati, ospita infatti la rubrica Suggestioni, costituita da articoli agili e veloci che trattano di spunti, fonti di ispirazione e risorse per scrivere storie avvincenti e documentate.

Elemento forte di Altrisogni è il suo comparto narrativo: la rivista è infatti una vetrina per gli scrittori italiani, esordienti o affermati, che vogliano cimentarsi con storie dell’orrore, di fantascienza o del bizzarro. Ogni numero ospita racconti di diverse dimensioni, tutti caratterizzati da una forte componente fantastica. Vetrina per l’esordiente che muove i primi passi, Altrisogni è anche una piattaforma a larghissima diffusione, dove l’autore già conosciuto può veicolare componimenti meno “commerciali”, come appunto i racconti. Grazie alla sua presenza in Internet non esiste luogo sulla faccia del pianeta che non possa essere raggiunto da Altrisogni: un primato ineguagliato e irraggiungibile dalla stampa “tradizionale”.

Anche come “giornale”, Altrisogni è altamente innovativa. Essendo un magazine digitale, non è realizzata su carta, bensì nei formati PDF, ePub e Mobi. Grazie a questa scelta, Altrisogni viene acquistata tramite internet e quindi “scaricata” su computer (PC, portatile, tablet come l’iPad) oppure su telefoni cellulari di nuova generazione (l’iPhone e i suoi simili). In un’epoca che vede il debutto e lo sviluppo vertiginoso dell’ebook come strumento di lettura, Altrisogni non poteva che essere pronta a cogliere anche questa occasione: la rivista è infatti fruibile anche da chi possiede un ebook reader.

Per ogni numero della rivista è prevista la possibilità di scaricare un’anteprima gratuita (per il primo numero è di 20 pagine) dal sito dell’editore. L’anteprima è costituita da un estratto della rivista, comprendente racconti e articoli, ed è scaricabile qui:
http://www.dbooks.it/libreria/download/68/54.html?file_id=68&product_id=54


Il primo numero
Venerdì 17 settembre 2010 è la data che ha visto la pubblicazione del primo numero di Altrisogni. Costituito da ben 86 pagine in formato PDF, il magazine di dbooks.it è arricchito dalla splendida copertina dell’illustratore Antonio Dessì. Al suo interno sono presenti uno speciale sulle case editrici italiane di genere che pubblicano autori esordienti e un’intervista a uno scrittore che esordiente non lo è più: Alberto Cola, vincitore del Premio Urania 2009. Pilastro portante di questo numero sono i racconti scritti da affermati autori di genere ed esordienti di talento: ben otto racconti, firmati da Francesca Angelinelli, Luca Ducceschi, Simona Gervasone, Alfredo Mogavero, Massimiliano Monti, Corrado Sobrero, Francesco Troccoli e Fabrizio Valenza. Il primo numero è un colosso da 86 pagine, venduto a soli 2,88 euro.

Qualità professionale
Lo staff redazionale di Altrisogni è costituito da professionisti dell’editoria con svariati anni di presenza nelle redazioni informatiche e tecnologiche italiane. La grafica del giornale è moderna e fresca, concepita per offrire il meglio a lettori esigenti e amanti del testo, senza pregiudicare un aspetto snello e dinamico. La qualità del comparto narrativo è garantita dalla collaborazione di editor, scrittori e profondi conoscitori dei generi trattati. Anche per la promozione, Altrisogni si è avvalsa di professionisti del settore video, grazie ai quali è stato prodotto un evocativo trailer/spot, visibile qui:  http://www.youtube.com/watch?v=1AATFiUrfio

Spazio al talento

Altrisogni non è una rivista irraggiungibile per i lettori, al contrario, è altamente interattiva e collaborativa: la redazione è costantemente alla ricerca di nuovi talenti della scrittura e dell’illustrazione. Le sue porte sono aperte ad autori dei generi horror, sci-fi e weird, come anche a disegnatori e illustratori. È possibile mettersi in contatto con la redazione inviando un’email all’indirizzo altrisogni@dbooks.it


Informazioni tecniche:
Altrisogni n.01 – magazine digitale di horror, sci-fi e weird

Pubblicata da:  dbooks.it – www.dbooks.it
Canale di distribuzione: download
Pagine: 86
Prezzo: 2,88 euro
Formati disponibili: PDF, ePub e Mobi



Per maggiori informazioni:
Le cartelle stampa possono essere richieste all’indirizzo: info@dbooks.it

Contatti:
Christian Antonini e Vito di Domenico - Coordinatori editoriali: altrisogni@dbooks.it
       

giovedì 25 novembre 2010

L' "Onda d'abisso" raggiunge Bologna e poi Roma.

Imminenti due presentazioni della raccolta Onda d'abisso, volume pubblicato dalle Edizioni L'Orecchio di Van Gogh, del quale abbiamo parlato qui.
La prima, in ordine di tempo, si terrà a Bologna sabato 27, presso la Libreria Trame alle ore 18.00 e la seconda invece a Roma, in uno dei giorni del Salone "Più Libri, Più Liberi" e precisamente domenica 5 dicembre, presso la Libreria Rinascita Ostiense, sempre alle 18.00.
Conto di riuscire ad essere presente ad entrambe. Si prevede la partecipazione di vari autori, fra cui alcuni membri del collettivo "Carboneria Letteraria".
In questa sezione del blog alcune letture tratte dal libro, mentre qui trovate una recensione prodotta dal portale Terre di Confine, e questa, infine, è l'intervista al curatore dell'opera, l'amico scrittore Alessandro Morbidelli, che illustra la genesi di un'antologia di racconti fantastici accomunati da un tema di fondo: il mare.

martedì 26 ottobre 2010

Il Carnevale di Edizioni XII

Ricevo e pubblico il comunicato stampa da Edizioni XII.

Il 31 ottobre di quest'anno, per Edizioni XII, sarà il giorno di Carnevale, la nuova raccolta in uscita per la collana Camera Oscura, a cura di Daniele Bonfanti e David Riva.
Dodici racconti, di altrettanti autori, ambientati in una Venezia misteriosa e crepuscolare, ciascuno abbinato a una tavola, opera degli artisti di Diramazioni.
Dalle abitudini raggrinzite della realtà emerge ogni anno un nuovo disordine, insieme tradizione e sberleffo, travestimento e rivelazione, seduzione e raccapriccio. Il mondo si rovescia, le convenzioni svaporano: è l’apoteosi del paradosso, il trionfo dell’errore.
Carnevale. Storie e maschere spogliate e rivestite dal tempo, attinte senza pudori dalle più vaste fonti, rispettando la sola regola che sia possibile applicare in un giorno simile: aspettati tutto.
In un turbinio di coriandoli insanguinati.

Gli autori: Michael Laimo, Riccardo Coltri, Samuel Marolla, Marica Petrolati, David Riva, Alberto Priora, Stefano Andrea Noventa, Davide Cassia, Simone Corà, J. Romano, Gabriele Lattanzio, Zefiro Mesvell. Nomi conosciuti, nomi in ascesa e nomi nuovi, tutti racchiusi in una cornice narrativa creata da Ian Delacroix e Mario Cella.

Il titolo è già disponibile in prevendita presso l'eshop di Edizioni XII. 
Per ulteriori informazioni di veda la scheda libro di Carnevale sul sito della casa editrice.

mercoledì 20 ottobre 2010

I ragazzi di Anansi.

Charlie Nancie (detto Ciccio Charlie), statunitense trapiantato in Inghilterra, è un uomo imbranato e timido, ed è avviato ad un incerto matrimonio con una volitiva donna inglese, Rosie, provvista di insopportabile madre/suocera al seguito. Ciccio Charlie è impiegato, e succube di un manager senza scrupoli che sta truffando la clientela dell’azienda, e di un padre la cui vita è segnata dal divertimento allo stato puro, con particolare predilezione per il karaoke e le belle donne, con questi due elementi per lo più fusi fra loro. Ciccio Charlie detesta il suo soprannome, che, suo malgrado, si ritrova puntualmente incollato addosso in ogni fase della sua esistenza. Da suo padre ha ereditato la passione per il canto, ma non riesce a superare il nodo che lo assale alla gola ogni volta che si cimenta con essa.
Un giorno la sua vita muta radicalmente: suo padre muore durante una performance canora, caracollando sul seno di una cameriera del locale in cui si stava esibendo (nulla di diverso da quanto soleva fare prima del decesso), e nella vita di Ciccio Charlie appare all’improvviso uno sconosciuto fratello, Ragno. Intorno alla scoperta dell’esistenza di questi ruotano poi tre anziane e arzille signore dall’aria vagamente stregonesca.
Ragno si rivela l’incarnazione di tutto ciò che Ciccio Charlie avrebbe voluto essere (e che un tempo si sospetta che fosse): è affascinante, sicuro di sé, vitale, e dotato di uno sguardo magnetico e di una loquela sempre convincente. Le donne si danno a lui come le foglie alla brezza d’autunno.
In breve tempo gli soffia Rosie e si stabilisce nella sua dimora, rivelandosi sempre più molesto e insopportabile.
Del resto, Ragno può fare quel che vuole, perché lui è un dio. Ed era un dio anche il loro padre, il compianto Anansi.
Per liberarsi di lui, e grazie all’aiuto delle anziane signore, Charlie si avventura fra gli dèi e stringe un patto con la Donna-Uccello (una divinità che si manifesta in ogni genere di volatile in qualunque parte del mondo), salvo poi pentirsi delle sofferenze arrecate all’ingombrante fratello. Per Ciccio Charlie, infatti, più che un consanguineo, Ragno è praticamente… una parte di sé.
Allo scontro fra le divinità partecipa anche Tigre, che ha in odio la progenie di Anansi, perché questi trascorreva il suo tempo prendendosi gioco di tutti gli altri dèi, e perché a Tigre in particolare il compianto aveva sottratto il potere delle storie raccontate dagli uomini.
È una storia leggera e grottesca quella che Neil Gaiman ci propone ne I ragazzi di Anansi, un romanzo che si colloca a pieno titolo nel genere “Urban Fantasy” attualmente molto in voga. La storia, non priva di una valenza umoristica tutta britannica, risente dello spirito eclettico dell’autore, già Premio Hugo, Nebula, e Bram Stoker nel 2002 con il precedente American Gods, nonché autore di storie a fumetti e sceneggiatore cinematografico e televisivo (basti citare Sandman, Stardust e Coraline).
I ragazzi di Anansie ben si presterebbe in effetti ad un adattamento illustrato, in forma di fumetto o meglio ancora di film, magari d’animazione. Lo suggeriscono persino gli eleganti e azzeccati sottotitoli dei capitoli, costituiti da brevissimi e accattivanti prologhi del loro contenuto.
Le atmosfere sospese fra l’onirico e il surreale ricordano inoltre, a tratti, il Tim Burton dell’indimenticabile Big Fish, in particolare l’irrisolvibile rapporto del protagonista con la imbarazzante ma anche insuperabile immagine del padre incantatore e racconta-storie.
Risultano particolarmente graditi a chi vi scrive due elementi nei quali possiamo forse rintracciare il significato del romanzo, ovvero l’idea della possibilità di recuperare la parte migliore di sé mettendosi in gioco nella vita (soprattutto nel rapporto, per un uomo, con le donne), e il conseguente happy ending, oggi tanto raro quanto apprezzabile.
Benché il dialogo e la vicenda siano conditi di stereotipi di natura "filmica" anglo-statunitense  (che rafforzano il convincimento della possibilità di un efficace adattamento cinematografico, benché non troppo originale), questo romanzo rappresenta una piacevole e consigliabile lettura.
Un vago insieme di sensazioni, infine, suggerisce che la versione in lingua originale possa risultare preferibile per un giudizio appena migliore. Ma è solo un’ipotesi, più che mai rispettosa del lavoro del traduttore.
Per una versione audio delle prime pagine, andate pure qui.

domenica 17 ottobre 2010

Pisa Book Festival

In arrivo il Pisa Book Festival 2010, che si svolgerà dal 22 al 24 ottobre p.v. e nell'ambito del quale segnaliamo alcuni eventi selezionati:
-la fase finale del Fantareale Slam, ovvero il concorso letterario sul racconto breve fantastico che ha il libro come protagonista, organizzato dalla scuola di scrittura Omero e dal Pisa Book Festival. Gli 8 racconti finalisti verranno letti dagli stessi autori venerdì 22 ottobre al Palazzo dei Congressi di Pisa, alle ore 18, di fronte al pubblico e alla giuria del Pisa Book Festival;
-un incontro il 22 ottobre alle ore 15 (sala arancio, palazzo dei congressi), dal titolo "L'editoria di consumo. Come cambia la lettura all'epoca di internet" cui sarà presente Carlo Bordoni, che ci comunica che si parlerà di letteratura di genere e dunque anche della rivista IF - Insolito Fantastico, il cui numero 5 è in uscita in questi giorni;
-la partecipazione, per quel che possiamo evincere dall'elenco degli editori, dei seguenti espositori più o meno presenti nell'area della letteratura di genere: Edizioni Della Vigna, La Penna Blu, Greco & Greco, Il Foglio Letterario, Cut-Up, Marcos y Marcos e Tunuè.
Buona partecipazione a tutti i presenti!

mercoledì 6 ottobre 2010

L'invasione degli ultracorti di Edizioni XII.

Ricevo e volentieri pubblico il comunicato stampa dagli amici di Edizioni XII.
 
Edizioni XII annuncia l'arrivo in libreria di un nuovo titolo della collana Pigmei.
"Corti - Seconda stagione" ("L'invasione degli UltraCorti"), a cura di Raffaele Serafini, sarà disponibile in libreria dal 10 ottobre prossimo. Sessantasei racconti brevissimi, da una riga a una pagina, di venti autori diversi racchiusi in un libro piccolo, adatto per letture veloci in qualsiasi situazione.
La minacciosa copertina è opera, come per quasi tutte le ultime le pubblicazioni della casa editrice lecchese, del brillante duo Diramazioni.

Spietati, irriverenti, bizzosi.
Un’invasione di racconti minuscoli, pronti a mordere in poche, pochissime righe.
Le storie di venti autori che non disponevano delle parole sufficienti a raccontarle.
Eppure ci sono riusciti.


Gli autori.
Valchiria Pagani, Roberto Bommarito, Marialuisa Amodio, Mirco Dadich, Angelo Frascella, Davide Cappadona, Simone Lega, Gloria Gerecht, Stefania Mosoni, Paolo Azzarello, Maurizio Bertino, Paolo Di Pierdomenico, Noemi Turino, Enzo Milano, Andrea Viscusi, Matteo Carriero, Simone Corà, Gabriele Lattanzio, Danilo Giovanelli, Kandido Burenson. Nuovi talenti affiancati a firme rinomate dell’underground di genere. Esclusi gli ultimi quattro, invitati come ospiti, gli autori si sono dovuti guadagnare la partecipazione “sul campo” attraverso una lunga e difficile selezione, che ha visto centinaia di racconti in gara per diversi mesi.

Il curatore.
Raffaele Serafini nasce a Udine nel 1975. Diplomato in ragioneria e laureato in Economia scrive poesie da sempre, ma si dedica alla narrativa solo più tardi. Appassionato di libri, musica, blog, mare, e lingua friulana, lavora ormai da diversi anni nell’ambito dell’istruzione secondaria ed è insegnante di materie giuridico-economiche. Attualmente cerca di perfezionarsi nella forma racconto, scrivendo spesso di tematiche vicine al fantastico, all’horror e al noir. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per poesie e haiku, e si è affermato in concorsi di narrativa a livello nazionale. Ha pubblicato racconti per varie riviste e raccolte di piccoli editori.

Il titolo è già disponibile in preordine scontato presso l'e-shop di Edizioni XII.

Per ulteriori informazioni si veda la scheda di Corti - Seconda stagione sul sito di Edizioni XII. Da qui si ha accesso alla scheda stampa.

mercoledì 22 settembre 2010

Pinocchio.2112

In un giorno di qualche mese fa, mi pare fosse primavera, la mia copia di “Pinocchio 2112” di Silvio Donà (sito: qui) giaceva seminascosta fra i soliti noti della sezione “Fantascienza” (meno magra del consueto, a dire il vero) di una libreria periferica di Roma. Il dorso scuro e sottile aveva attirato la mia attenzione come una fogliolina nera in un tappeto di vissute e ampie foglie gialle e, quando lo sfogliai, trovai conferma del fatto che mi ero imbattuto in una rarità: un libro, classificato come “romanzo di fantascienza” (al momento unico di questo genere per i tipi di Leone Editore), imprigionato fra gli ubiquitari Cosmo Oro e i mai tramontanti P. K. Dick d’annata. La quarta di copertina sembrava intrigante, e non esitai ad acquistare il volume.
Confesso che da allora sono dovuti passare molti mesi prima che lo leggessi, a causa di una congestione del traffico librario nella mia stanza da letto (evenienza non inusuale in questi ultimi anni).
Ci tengo a dire che, iniziato un libro, dopo i primi due o tre capitoli mi diverto a tentare di prevedere il tempo che impiegherò a terminarlo. A Pinocchio 2112 avevo dato, nonostante la brevità del romanzo, all’incirca una settimana, con una probabilità discreta di abbandono (pratica di cui, per inciso, sono un sostenitore), riconducibile alla mia avversione per quel pessimismo cosmico narrativo, del quale, sbagliando completamente, pensavo di aver captato l’odore fra le prime pagine.
Ricredersi può essere particolarmente bello. 
Cambiare opinione, sentire come, riga dopo riga, un libro ti catturi fino alla schiavitù,  e lasciarsene dominare fino a notte fonda. E così, la settimana messa in preventivo si è ridotta a non più di trentasei ore (sarebbero state anche meno, se non vi fossero state grane personali che hanno diluito il tempo dedicato a questa lettura).
Pinocchio 2112 è la prova che al di fuori dei circuiti più canonici e blasonati, la fantascienza italiana si alimenta, anche e spesso, di storie che brillano di luce propria, composta dai colori dell’originalità, della bellezza e di una convincente forza narrativa.
Ci troviamo cento anni nel futuro, in un mondo buio, sotterraneo, in cui la popolazione terrestre ha dovuto rifugiarsi per non ben precisate ragioni. Uno scenario post-apocalittico alquanto inconsueto. Le donne e gli uomini sopravvivono a stento. Il cibo scarseggia, le città sono grovigli di tunnel che cercano di imitare l’aspetto della vita precedente, in superficie. Una parvenza di ordine sociale è preservata grazie a organizzazioni di stampo mafioso, guidate da uomini potenti e rispettati, come il misterioso e carismatico Scipione Rega.
Ci si arrabatta come meglio si può, avere un’arma è tanto difficile quanto consigliabile, il denaro è rimpiazzato dalle pastiglie di droga necessaria per non impazzire. L’arte di arrangiarsi regna sovrana, l’umanità si nasconde a se stessa, e il ricordo della vita in superficie è ridotto a mito ormai sepolto in un irraggiungibile passato.
In questo mondo desolato, il protagonista ci racconta la sua storia.
Angelo è un “cercatore di passato”. L’uomo si aggira nelle zone più infide della città sotterranea, confidando nelle sole tre pallottole della sua vecchia e sgangherata pistola, alla ricerca di un bene prezioso, unico segno tangibile della gloriosa esistenza di un tempo: i libri. Dimenticati dai più, i libri sono diventati veri e propri reperti archeologici, abbandonati sotto vecchi mobili rovinati su pavimenti non più calpestati da esseri umani degni di questo nome, scivolati nei recessi più insidiosi del sottosuolo, ingolfati nei gorghi di un passato che è tanto difficile dimenticare quanto rammentare. Angelo si guadagna così le pastiglie con cui andare avanti, e non si lamenta nemmeno troppo della sua vita, che, nonostante la dose di rassegnazione da assumere quotidianamente, considera dignitosa.
Un giorno, per interposta persona, il nostro riceve da Scipione Rega l’incarico di scovare un libro adatto alla donna di questi. L’incarico si tramuta presto in  ordine perentorio, da cui può dipendere la sopravvivenza. E qui la storia si complica, e per vari motivi, che ovviamente non approfondiremo.
La trama che Silvio Donà ha sviluppato è tanto semplice quanto efficace; l’io narrante costringe a seguire il protagonista in ogni movimento sottoterra, ad accompagnare i suoi passi pieni di terrore, quasi a volerlo  proteggere, consigliare, aiutare. Il ritmo è rapido, non ci sono pause, si è obbligati a correre, con Angelo, dietro Angelo, per Angelo. E ci si può permettere di riprendere fiato solo nell’istante in cui si legge il numero di ogni capitolo, perché in ogni capitolo accade qualcosa di grande, qualcosa di nuovo, senza intermezzi e senza fronzoli.
In un simile scenario, molti autori avrebbero forse perseguito strade di comprovata efficacia, nonché di scarsa originalità, basate sulla potenza di sentimenti essenziali come la vendetta, oppure l’odio, o di bisogni primari come la fame e la sete, giustificando qualunque scelta con la insopprimibile ed istintiva necessità di sopravvivere che non può non attanagliare ogni spicchio di un mondo tanto infausto.
Per fortuna (e si fa per dire, la fortuna c’entra ben poco), Donà prende una strada del tutto diversa. Nonostante la paura della sconfitta lo accompagni senza sosta, il protagonista non se ne lascia mai sopraffare, e compie scelte inattese, che lo porteranno a realizzazioni imprevedibili, ad azioni sorprendenti, in un crescendo di scoperte che si verificano all’interno dei rapporti intessuti con i pochi e ben tratteggiati personaggi della storia.
E così, con una miscela di impetuosa delicatezza e di brillante ironia, e senza mai scivolare in un indigesto buonismo, l’autore ci sussurra che l’essere umano è in grado di rimanere tale nonostante la disumana avversità dello scenario in cui può suo malgrado ritrovarsi. Che ribellarsi all’abdicazione del sentire dell’esser donne, e uomini, è la natura stessa delle donne e degli uomini. Che un’irrazionale esigenza di conservare la propria umanità prevale su ipotetici e inesistenti istinti animaleschi. Che la forza e la violenza sono due cose diverse, e che l’esigenza di realizzare se stessi supera la fame, l’angoscia e il terrore dell’ignoto.
Una scelta coraggiosa.
C’è chi sostiene che nei romanzi non bisogna mai parlare troppo di sé. Io invece, controcorrente, penso che lo si possa fare, ammesso di esserne capaci. Potrei sbagliarmi, ma la mia sensazione è che Silvio Donà lo abbia fatto, e nel modo giusto, trasformando elementi reali in temi letterari fantastici, e facendo della propria esperienza una fonte di creatività nella quale di quell’esperienza non rimangono che tracce vaghe, un po’ come il ricordo sbiadito della vita all’aria aperta che i protagonisti di Pinocchio 2112 hanno ereditato dai loro progenitori.
Molti sono gli ingredienti che contribuiscono al buon sapore che Pinocchio 2112 lascia in bocca.
Leggendo questo romanzo chi è padre avrà più di un sussulto, e chi non lo è rimarrà affascinato e incuriosito. Leggendo questo romanzo si ameranno di più i libri, soprattutto quelli dimenticati, soprattutto quelli dell’infanzia. Leggendo questo romanzo si rammenteranno i primi amori dell’adolescenza, e con essi il timore, la complicità, il rischio del desiderio più puro. Leggendo questo romanzo si capirà il valore della parola di un uomo e la necessità sacrosanta di alcune, piccole, grandi bugie. Leggendo questo romanzo, come per ogni buon romanzo, si diventerà un pochino più felici di essere al mondo.
E si troverà la luce di cui si sentiva il bisogno nelle prime pagine. Persino laggiù, sottoterra.
Dire di più non si deve. Se non vi ho ancora convinti, ascoltate qualche passaggio, in questo booktrailer che ho sentito il desiderio di realizzare appena ho chiuso questo bellissimo libro.
E poi, fatevi un regalo. Ordinate Pinocchio 2112, qui.


venerdì 17 settembre 2010

Altrisogni - Rivista digitale di Horror, Sci-fi e Weird - N. 1 pronto!


E' pronto per l'acquisto il N. 1 della nuova rivista digitale Altrisogni, su www.dbooks.it.
Nel sommario, un'intervista al Premio Urania Alberto Cola, racconti di Francesca Angelinelli, Luca Ducceschi, Simona Gervasone, Alfredo Mogavero, Massimiliano Monti, Corrado Sobrero, Francesco Troccoli, Fabrizio Valenza, e lo speciale sugli editori che pubblicano narrativa fantastica.
Il mio racconto è l'inedito "Nude mani".
Il link al portale per il download è questo. Buona lettura!

venerdì 3 settembre 2010

Michael Bishop: Fragili stagioni.


Nell’intervista concessa qualche tempo fa a Fantascienza e Dintorni (qui), il due volte Premio Nebula Michael Bishop lo aveva detto a chiare lettere. Per quanto io insistessi nel proporre “Il tempo è il solo nemico” come il suo capolavoro assoluto, Michael controbatteva ritenendo “Brittle Innings” il proprio miglior libro, e non nascondeva in alcun modo un giudizio piuttosto negativo su tutte le proprie opere di genere a distanza di tanti anni, sia in termini di forma che di sostanza, dando prova a un tempo di onestà intellettuale e di capacità di evolversi come autore.
Confesso che al momento dell’intervista non conoscevo questo libro, perché ignoravo che ne esistesse un’edizione italiana pubblicata da Fanucci. Dopo aver faticato a trovarne una copia da collezione a un prezzo accettabile (la copertina, in alto, è di  Tiziano Cremonini), e averlo letto, continuo in effetti a pensare che “Il tempo è il solo nemico” sia l’opera migliore del nostro, ma “Fragili Stagioni” (questo il titolo in italiano) ha meritatamente conquistato la seconda posizione.
Innanzitutto, va evidenziato che non possiamo considerare questo romanzo come un’opera di fantascienza. Anche inserirla nella categoria corretta, che potrebbe essere quella del soft-horror, non renderebbe giustizia a un autore che, pur avendo consacrato gran parte della sua carriera al genere, è oggi alla ricerca di un editore per il suo ultimo romanzo mainstream.
È infatti già evidente proprio in Fragili Stagioni la volontà di Michael di varcare i confini del genere. In questo romanzo, il riferimento al Frankenstein di Mary Shelley appare in maniera tanto misurata che bisogna superare ben centocinquanta pagine per avere conferma che uno dei protagonisti, il misterioso Henry Clerval detto “Jumbo”, è effettivamente la celebre creatura del Dr. Viktor Frankenstein.
Sopravvissuto attraverso i secoli, il gigante è approdato in modo rocambolesco al mondo del baseball, nel quale si è affermato come uno dei migliori giocatori di una lega minore statunitense durante il periodo di austerità della Seconda Guerra Mondiale. Poiché proviene dal passato, Jumbo si esprime con un inglese raffinato, elegante, incredibilmente ricco di sfumature, che possiamo divertirci a immaginare pronunciato con impeccabile accento britannico vittoriano. Ha inoltre trascorso molto tempo a leggere e studiare in solitudine, e la sua cultura è quindi sterminata e poliedrica.
La narrazione è insomma condita con piacevoli spunti dal tono grottesco; eppure, questo romanzo è ben più di un soft-horror dai sofisticati toni umoristici.
Inizialmente potreste spaventarvi al cospetto della mole di tecnicismi sportivi; sembra quasi di aver iniziato la lettura di un manuale di baseball. A meno che non siate degli esperti in materia, vi imbatterete in passaggi in cui non capirete molto. D’altra parte, gli stessi passaggi, nei quali il protagonista, Daniel Boles, misura e sfida se stesso all’interno del diamante di gioco nella speranza di coronare i suoi sogni, contengono ancora una volta una visione nitida, positiva e rassicurante dell’essere umano.
Daniel è un ragazzo balbuziente, e in seguito a un trauma diventa praticamente muto per gran parte della storia; al tempo stesso si rivela dotato di un eccezionale talento per il baseball.
L’intera storia si configura così come la realizzazione progressiva di un’identità. Utilizzando la sua conoscenza di questo sport come humus per un’ambientazione originale e inconsueta, Michael Bishop sviscera le principali dinamiche dell’essere umano senza mai cedere alla (facile, suppongo) tentazione di dare loro un nome. L’invidia dei compagni di squadra, la paura della diversità di Jumbo, il difficile rapporto di Daniel con suo padre (con tanto di sogni dettagliati), la talora non palese violenza di alcuni personaggi secondari, il principio dell’uguaglianza fra tutti gli uomini (bianchi e neri, nello specifico), il desiderio nei confronti delle donne, la loro libertà, l’esigenza di realizzare se stessi. A tutto ciò si aggiungono brevi ma incisivi accenni alla situazione politica del periodo, con una rivendicazione della inutilità della guerra e una satira mai sgraziata sulla retorica patriottica dell’America di F. D. Roosvelt (protettore del baseball nel periodo bellico), oltre ai quesiti che nascono dal confronto fra la sorte dei ragazzi che muoiono al fronte e quelli rimasti in patria a fare il loro lavoro, come i giocatori. Il tutto nello scenario della rigida divisione razziale dell’“American Deep South” (la storia di svolge in Georgia, dove attualmente l’autore vive), che ci ricorda come solo mezzo secolo fa l’apartheid fosse norma usuale in parte degli Stati Uniti. Un’America, quella che viveva il periodo della Seconda Guerra Mondiale a così grande distanza dal fronte, di cui in questo romanzo si trova un ritratto dettagliato e per nulla superficiale.
Se la cronaca della vicenda di Daniel, da un lato, rappresenta il vissuto concreto del protagonista, dall’altro, la ricostruzione graduale dei fatti che, attraverso i secoli, portano Henry/Jumbo nella grande casa colonica in cui alloggiano gli Highbridge Hellbenders, sembra invece voler alludere ad un percorso interiore.
Henry è scampato ai ghiacci artici dove si consuma l’epilogo della storia originale, ed è vissuto alla costante ricerca di un’accettazione sociale della propria diversità.
Per inciso, la ricostruzione di questi antefatti attraverso i secoli si svolge sottoforma di copiatura dei diari di Henry/Jumbo da parte di Daniel, che ne viene casualmente in possesso. Va detto in merito che queste pagine (poche, purtroppo, e comunque le uniche contenenti elementi fantastici) sulle vicissitudini di Henry/Jumbo, sul suo imbattersi nelle più disparate comunità umane, dalle tribù che sopravvivono nell’artico alle periferie degradate delle città moderne, costituiscono veri e propri racconti. Anche grazie all’uso di un manierato io narrante ottocentesco in netto contrasto con lo stile fluido e moderno e con la declinazione in terza persona del resto dell’opera, esse conseguono una dignità narrativa che le rende quasi autonome dal romanzo.
Henry è consapevole della propria diversità di creatura “non naturale”, ma non si limita a difendere la propria vita dalle ripetute aggressioni. La tensione a superare i limiti della mera sopravvivenza, e trovare piena accettazione di sé, lo porta a adottare misure drastiche, come l’accorciamento chirurgico dei propri arti inferiori. Scambiato talora per un Dio, talora per un animale mostruoso, Henry persegue con tenacia il contatto e il rapporto con gli esseri umani. Combatte la propria presunta dis-umanità, e a tal fine decide di tenere a bada le proprie pulsioni animalesche, omicide, che ritiene derivino dai suoi creatori (e non da se stesso), e delle quali riconosce la nefandezza. È sinceramente pentito degli assassinii che è stato costretto a commettere nel suo passato remoto, e ha fatto voto di non uccidere più.
Il culmine di questo processo di “umanizzazione” si realizza appunto nell’incontro con Daniel, che approda agli Highbridge Hellbenders in qualità di giocatore di riserva. Scegliendolo come compagno di stanza, Henry permette all’ultimo arrivato di entrare nel suo mondo e nella sua storia, ritrovando in lui un essere umano degno di conoscere la verità, sentendo in lui un amico che non lo tradirà. E quando Daniel si ritroverà in una situazione di insormontabile difficoltà, le mostruose pulsioni a lungo contenute rischieranno di tornare a manifestarsi.
Sembra davvero che Henry si configuri come la rappresentazione dell’inconscio di Daniel, l’alter ego che incarna e manifesta le sue reazioni più profonde agli eventi di cui i due amici sono protagonisti o vittime. Henry dà voce alle opinioni che invece il ragazzo, timido e fin troppo rispettoso degli altri, non esprime mai apertamente: l’odio per la guerra, il rifiuto dei soprusi, l’esigenza di giustizia, il rispetto per gli altri. Il lungo periodo di mutismo di Daniel diventa così strumentale a questo ingegnoso artificio narrativo: Henry rende esterno e comprensibile in parole il vissuto interiore di Daniel, che cerca invece di tenersi a prudente distanza dalle insidie di un mondo ancora troppo ostile.
In questo senso la svolta arriva nel momento in cui, incontrato casualmente il proprio carnefice, e ribellandosi, Daniel recupera l’uso della voce, e si libera del pesante fardello di un padre opprimente e violento, diventando libero di essere “una vera persona”.
Una valutazione appena sufficiente dell’opera di un autore complesso e raffinato come Michael Bishop non può in effetti in alcun modo prescindere da questo romanzo, che attraverso una descrizione minuziosa e minimalista della provincia del Sud degli USA di quasi settant’anni fa, ci obbliga ancora una volta a scoprire la presenza di umanità in luoghi insospettabili.

mercoledì 1 settembre 2010

AFROFANTASY!

È grazie al contributo dell’Africa che uno dei più importanti eventi letterari italiani non terrà la letteratura di genere al di fuori del programma. Parliamo del prossimo Festival della Letteratura di Mantova. Qualora ce ne fosse bisogno, un ottimo motivo in più per opporsi alle folli politiche di questi tempi.

AFROFANTASY - Fantascienza e fantasy africano come prefigurazione di futuro e tecnologia.
La fantascienza e il fantasy africano come prefigurazioni del futuro e della tecnologia: un dibattito per suggerire modelli radicali per l’assemblaggio di futuri improbabili. Questo incontro si inserisce nell’ambito della collaborazione con Chimurenga, organizzazione sudafricana, che promuove la scrittura creativa e che ha dedicato il numero 15 della sua rivista al fantasy africano.
L’evento (il numero 138 del programma) si terrà sabato 11 settembre, alle ore 12.15, presso il Seminario Vescovile (zona centro) e vedrà la partecipazione di Stacy Hardy, Cheick Tidiane Gaye, Fatimah Tuggar, Giuseppe O. Longo. Il biglietto d’ingresso costa € 4,50.

lunedì 30 agosto 2010

"Insekta" su IF - Insolito Fantastico n. 5

Uscirà in ottobre il Numero 5 della rivista IF – Insolito Fantastico, di cui avevamo parlato, poco più di un anno fa, salutando il lancio della nuova testata e dandole il benvenuto, qui.
Vi ha trovato ospitalità anche il mio racconto di fantascienza “Insekta”.
È per me una emozione intensa apprendere questa notizia a due anni esatti di distanza dalla stesura di questo racconto, la cui ispirazione si trova in fatti di cui proprio in questi giorni sto ripercorrendo lo svolgersi, nella memoria e non solo.
Copio dal Blog ufficiale della rivista: “Dopo il successo della serie cinematografica tratta dai romanzi di Stephanie Meyer, era più che mai necessario analizzare l'argomento. In questo numero ne parlano Giuseppe Panella, Gianfranco de Turris, Errico Passaro, Antonio Daniele, Gian Filippo Pizzo e Carlo Menzinger. Carlo Bordoni introduce il nuovissimo romanzo "Tecniche di resurrezione" di Gianfranco Manfredi, intervistato da Walter Catalano. Daniela Bolognini passa in rassegna la letteratura per ragazzi dedicata ai vampiri. Inoltre Riccardo Gramantieri e lo stesso Bordoni analizzano l'opera di Brian Lumley, lo scrittore inglese, creatore della saga del Necroscopo. E poi ancora saggi, racconti e recensioni di Maria Parrino, Elena Romanello, Renzo Montagnoli, Salvatore Proietti, Claudio Asciuti, Renato Pestriniero, Andrea Coco, Pablo Dobrinin, Gianandrea de Antonellis e Francesco Troccoli. Un numero da non perdere!

venerdì 27 agosto 2010

Audio-racconto: Il misterioso diario del giovane Piotr

Ho deciso di realizzare una versione audio di un mio racconto non disponibile in formato testuale in questo blog. Si tratta de "Il misterioso diario del giovane Piotr", pubblicato nella raccolta di AA.VV. dal titolo "Onda d'Abisso" (Ed. Orecchio di Van Gogh, a cura di Alessandro Morbidelli) della quale abbiamo già parlato in varie occasioni.
Inizialmente ero parecchio scettico sulla possibilità di leggere e interpretare un mio racconto, ma è passato del tempo da quando l'ho scritto (appositamente per quest'antologia) ed evidentemente me ne sono "separato" a sufficienza da tentare di esplorarne personalmente aspetti che ho scoperto solo leggendolo ad alta voce, provandolo, riprovandolo e associandolo ad una colonna sonora in cui compaiono artisti eccezionali.
La scelta delle musiche non è stata affatto facile, ma è mia opinione che il risultato abbia ben ripagato il tempo speso.
Inutile dire che chi vorrà ascoltare ed esprimere qualunque opinione o critica mi riempirà di gioia.
Il filmato è visualizzabile qui sotto, o accedendo direttamente al portale Vimeo tramite i link successivi al video.
Vi consiglio, in ambo i casi, di lasciare che il Vostro PC scarichi completamente il file prima di iniziare la visione (ovvero attendete che la barra orizzontale su cui si muove il cursore, subito sotto l'immagine, diventi tutta grigio scuro).
Alla fine del brano troverete una dedica particolare. Buon ascolto.


Il misterioso diario del giovane Piotr from Francesco Troccoli on Vimeo.

mercoledì 25 agosto 2010

I sogni? Non bastano mai.

Una nuova rivista digitale, Altrisogni - rivista digitale di weird, horror e SF è in dirittura d’arrivo.
Il numero 1 è attualmente nella fase finale della preparazione (l’uscita è prevista entro la metà del mese di settembre), e la redazione ne ha anticipato il contenuto. In ciascun numero, oltre a un articolo generico e ad un'intervista, grande spazio verrà dato alla fiction. Nel numero 1 vi saranno ben 5 racconti brevi e 3 lunghi. Per la maggior parte si tratterà di racconti di fantascienza ma saranno rappresentati anche l'horror e il weird.
Seguono titoli e autori, fra i quali sono felice di essere presente con un mio breve racconto inedito dal titolo “Nude mani”.

Racconti brevi
Il primo risveglio, di Corrado Sobrero
Uomo nuovo, di Simona Gervasone
Doppio gioco, di Francesca Angelinelli
Memoria di merorie, di Massimilliano Monti
Nude mani, di Francesco Troccoli

Racconti lunghi
Il traditore, di Alfredo Mogavero
Il pifferaio di Hameln, di Fabrizio Valenza
A casa di Lucia, di Luca Ducceschi

La rivista sarà scaricabile in formato PDF ed ePub, in modo che sia disponibile a fruitori via PC, portatili, smartphone e lettori di ebook. Per queste ultime due categorie (che non possono usufruire pienamente dei risvolti grafici di una rivista tradizionale) saranno presentati uno o due degli articoli previsti e tutti i racconti, ovvero gli elementi maggiormente "testuali".
Altrisogni potrà essere acquistata e quindi scaricata attraverso il sito del portale DBooks (http://www.dbooks.it/).
Con l’occasione, i migliori auguri alla nascitura testata!

domenica 1 agosto 2010

Marina.

Sentire il desiderio di scrivere, dopo aver voltato l’ultima pagina di Marina, è un po’ come aver ancora voglia di far l’amore, dopo una notte con una donna che se ne è andata per la sua strada.
A questo punto, come in una recensione che si rispetti, bisognerebbe specificare che il romanzo, come scrive Carlos Ruiz Zafon nella prefazione, fu concepito come storia “per ragazzi” e quindi pubblicato la prima volta nel 1999, ben prima dei due capolavori più noti (L’Ombra del vento e Il gioco dell'angelo), e che solo ora è stato liberato dai vincoli che lo assoggettavano in toto a un precedente editore.
Non ci dilungheremo oltre su questi aspetti tutto sommato poco rilevanti, se non per un dettaglio, ovvero l’idea che si tratti di un “romanzo per ragazzi”. Una definizione che, ben lungi dall’essere il limite di questo libro, ne nasconde in realtà il punto di massima forza.
Marina è un romanzo fantastico, e in questo senso non può non collocarsi nella consueta atmosfera gotica che inumidisce il colletto del lettore usando tanto la nebbia di Barcellona quanto il sudore delle potenti emozioni vissute dai protagonisti, dal gelido terrore fino alla calda infatuazione per una donna dolce e misteriosa, attraversando con disinvoltura maestra tutti gli strati dell’umana sensibilità.
Ma in realtà, questo romanzo è prima di tutto una straziante, dolorosa, intensa, e travolgente storia d’amore.
Vissuta con immensa solitudine, e raccontata con la forza dell’io narrante che ritroveremo ne Il Gioco dell’Angelo. In effetti, si comprende subito che fra le pagine di Marina vari elementi del romanzo successivo hanno la loro più autentica origine.
Mi riferisco soprattutto alla caratterizzazione (perché di questo a tutti gli effetti si tratta) della “casa”.
La grande villa aristocratica barcellonese (abbandonata misteriosamente e quindi riattata dal protagonista ne Il Gioco, trascurata invece per la povertà dei proprietari caduti in disgrazia in Marina) è l’epicentro dell’intera vicenda; la scoperta del palazzo avvolto da un tenebroso giardino che nasconde oscuri segni di vita è l’incipit di un viaggio di esplorazione, che porterà a scoperte imprevedibili e spaventose. La casa che sopravvive alle generazioni, che invecchia ma non muore, che osserva il mondo mutare e con esso muta, che vive delle emozioni dei suoi abitanti e recita la parte inquieta e prepotente di un personaggio muto ma tutt’altro che silenzioso.
È infatti nella casa che Oscar, il protagonista “ragazzo”, si imbatte dapprima in German, un uomo dalle maniere antiche, perfetta espressione della decadenza della sua dimora, e dotato di un fascino che conquista il giovane; e poi, nella figlia di questi, Marina, che lo strappa all’improvviso dalla quotidianità per trascinarlo ad osservare la strana scena che si svolge nel vecchio cimitero di Sarrià, dove un’anziana signora si reca regolarmente. Da qui parte una complessa investigazione nel corso della quale, con tempi invidiabili dal miglior teatro, faranno la loro comparsa fantasmi del passato della città, pupazzi mostruosi, giornate di pioggia, e notti di sogni inquieti. Una storia presente, e un’altra passata che si sviluppa al suo interno, che vi terranno ben desti fino ai rispettivi e sovrapposti epiloghi.
Con la sua ormai ben nota e straordinaria capacità (di cui la massima espressione è L’Ombra del Vento) di tessere svariate trame parallele e trasversali, e di metter in bocca ai suoi protagonisti decine di versioni diverse dello stesso fatto, tutte egualmente plausibili, costringendo il lettore a ricominciare ogni volta daccapo nella ricostruzione degli eventi, e schiaffeggiandolo con colpi di scena a non finire, il livello di attenzione si mantiene costantemente sulla soglia fra sorpresa e brivido.
Le lettere si sciolgono, la carta scompare fra le dita, le parole si fondono in puro movimento, immagini di vita interiore.
Ma a colpirvi con la forza di un liquido bollente che risale dal basso ventre al cuore, fino a far esplodere un cervello ormai fuori uso, conducendovi a bagnare fazzoletti e singhiozzare come bimbi, sarà l’amore di un ragazzo per una ragazza, e tutto quel che ne conseguirà.
E questo è precisamente il tratto distintivo di Marina. Ciò che rende questo romanzo diverso dagli altri, e che a un tempo ne fa la madre delle donne di tutte le altre storie di Zafon.
L’immagine di donna di un ragazzo appena adolescente. Graffiante, morbida e fatale.
Un romanzo che obbliga ad essere ragazzi. Che aiuta a ritrovarsi, a ricostruire, ad essere. Perché dipinge il sogno vissuto di un Primo Amore che segna in modo indelebile un’identità maschile, al momento della “visione dell’essere umano diverso”. Un amore che fa il passaggio all’essere uomo, senza delusione, fino in profondità. Fino alla creazione di un ricordo che è ben più di una figura umana collocata nel passato, ed è fantasia pura, “capacità di immaginare”, libertà di essere in rapporto con la parte migliore del mondo. Nel presente e nel futuro.
Alla ricerca dell’Oscar Drai che è in ognuno di noi.


P.S.
Con grande piacere segnalo in quest'occasione un eccellente sito: http://zafon.splinder.com/ che trovo particolarmente in sintonia con le immagini dell’autore, e che ho incontrato causalmente durante la ricerca di quest'oggi. Mi ci sono perso…