mercoledì 26 giugno 2013

Roma, 28 giugno: L'uomo che volle farsi strega.

Alle ore 19.00 di venerdì prossimo 28 giugno, a Roma, presso la Libreria Nero su Bianco in Via degli Spagnoli 25, Francesca Garello presenterà la sua personale formata da diciotto racconti. Il titolo, che fa  il verso a Kipling dichiarando subito la vena umoristica che attraversa parte dell'opera, si ispira ad uno dei racconti, "Pari Opportunità", vincitore del Trofeo RiLL nel 2005, che narra di un giovane statunitense che per diventare strega si reca a Benevento per partecipare a un sabba. Insieme ad altri di vari autori, il racconto fu anche ridotto a messa in scena teatrale ormai quattro anni orsono con la complicità proprio degli amici dell'Associazione Ri.L.L.
Per inciso, Francesca Garello, ben nota ai frequentatori di questo blog, è anche la co-autrice (con Andrea Angiolino) di "Né più mai toccherò le sacre sponde", uno degli otto racconti che compongono la raccolta "Crisis" lanciata in questi giorni.
Chi vi scrive ha già in mano la copia del libro pronta per l'autografo, comprata in quel di Torino durante lo scorso Salone dalle mani dell'editore in persona, Aldo Putignano (Homo Scrivens). L'editore sarà presente, come pure il Premio Urania 1997 Massimo Mongai.



IL LIBRO
Si può prendere un virus dal proprio computer? Chiedere di essere ammesso a una congrega di streghe essendo un uomo? Usare la macchina del tempo per fare le ricerche di scuola senza stravolgere i libri di storia? Essere una fata senza avere un fisico da ballerina?
Sono solo alcune delle domande esistenziali alla quali l’autrice risponde attraverso il duplice canale del fantastico e dell’umorismo, sfatando tre luoghi comuni in un sol colpo. Il primo: che la letteratura fantastica rappresenti una fuga dalla realtà. Secondo: che temi “seri” debbano per forza essere trattati con toni dark e opprimenti. Terzo: che le donne non siano portate per il fantastico.

FRANCESCA GARELLO
nata a Venezia, vive a Roma, dove lavora come archivista storica. È autrice di racconti fantastici, premiati in diversi concorsi nazionali, e giochi. Appartiene al collettivo della Carboneria Letteraria, e ha partecipato all’Enciclopedia degli scrittori inesistenti (Homo Scrivens, 2012). In campo ludico ha scritto moduli per giochi di ruolo fantastorici, libri-game, giochi didattici e il sourcebook fantahorror di ispirazione lovecraftiana Project Octopia (Wildboar Edizioni, 2011). Cura la rubrica su libri e gioco per la rivista Il Furore dei libri.

martedì 18 giugno 2013

L'ultimo volo di Guynemer.

Chi Vi scrive ha sempre subito la fascinazione delle storie basate sul viaggio nel tempo. Quando ho iniziato a leggere il romanzo di Enrico Di Stefano, vincitore quest’anno del Premio Vegetti per il miglior romanzo di fantascienza, scoprire che la trama ruota (anche) intorno a questo tema è stata una piacevole sorpresa. Ma “L’ultimo volo di Guynemer” (Edizioni della Vigna, qui) non si può certo ridurre a questo. 
Il romanzo, scritto con la sobrietà e la scorrevolezza che sono qualità indispensabili del libro che non ti permette distrazioni troppo lunghe dalla lettura, è uno di quei rari esempi in cui l’ibridazione fra elementi storici e fantastici è riuscita in modo avvincente.
Siamo, almeno all'inizio, nel 1881. In un misterioso “non-luogo”, che ha inizialmente le sembianze di un’isola che echeggia (e forse è) la leggendaria "Isola di Buss", si ritrovano la corazzata Caio Duilio (la prima in assoluto della lunga serie di navi italiane con questo nome), universalmente nota ai tempi come la “nave da guerra più potente del mondo”, l’aviatore francese Georges Guynemer (personaggio storico scomparso proprio nel periodo in cui il romanzo è ambientato) e un vascello leggero, il Gropius, proveniente da un futuro remoto in cui la Terra è regredita ad uno stadio a bassa tecnologia in conseguenza di una catastrofe ambientale su scala planetaria. Ai fini della storia lo scopo della Duilio, nave al cui fascino l’autore non è indifferente e che svolge un ruolo quasi di co-protagonista femminile assieme all’asso transalpino, è una missione internazionale di soccorso di un piroscafo in arrivo negli USA, il Great Britannia, dichiarato disperso nell’Atlantico Settentrionale. L’autore, per inciso, mostra di padroneggiare a dovere la conoscenza della marineria e dell’aviazione a cavallo fra il XIX e XX secolo.
La sapiente miscelazione della compunta atmosfera vittoriana con l’amarezza del grande asso solitario che proviene dal futuro in guerra a bordo del suo SPAD, il Vieux Charles, e la freschezza di un giovane equipaggio proveniente dal Norrland (la futura Scandinavia) si traduce in un’ambientazione riuscita in maniera originale, che oscilla di continuo fra un’accurata ricostruzione (fanta)storica, lo steampunk, il romanzo storico romantico e l’ucronia. C'è insomma, come l'autore confessa in sede di post-fazione, il buon aroma di Giulio Verne, fra queste pagine.
Ma il punto di forza di questa storia, come di tutte le buone storie, sono i personaggi che, nonostante la necessaria molteplicità, sono abbastanza ben caratterizzati da restare facilmente individuabili per tutta la narrazione. Cito a titolo di esempio il fiero comandante Bandieramonte, il cinico statunitense, Douglas, l’eccentrico scienziato Carpentier, ma soprattutto i tre giovani e vitali giornalisti (che nella miglior tradizione letteraria diventano poi quattro) che sono invaghiti della stessa donna, la quale (non a caso il suo nome è Elena e in questo caso le citazioni letterarie arrivano a livelli omerici) è l'indiretta e involontaria causa della spedizione di soccorso che avvia la narrazione. Si tratta di personaggi che ruotano intorno al protagonista, il romantico aviatore la cui sparizione è tuttora un mito per i francesi, con una grazia e un'umanità che vanno spesso al di là del ruolo di semplici comprimari.

Chiudiamo questa recensione più che mai positiva menzionando il non troppo velato nazionalismo che anima il racconto: nella nave Duilio, frutto dell’arte navale di un Regno d’Italia appena plasmato dal Risorgimento, fusione perfetta di forza e bellezza, di agilità e potenza, non è difficile leggere il rimpianto per un amor proprio nazionale di cui oggi si sente, purtroppo a ragion veduta, una gran mancanza.
Un Premio Vegetti meritatissimo.

sabato 15 giugno 2013

È uscito "Capitan Acciaio supereoe d'Italia"

Già da qualche settimana è disponibile il romanzo “fantavaporistico” "Capitan Acciaio Supereroe d’Italia", pubblicato da Psiche e Aurora. Volentieri ne pubblichiamo il comunicato stampa.


«Il romanzo Capitan Acciaio – spiega Gianfranco de Turris – vede un giovane Guglielmo Marconi, alla fine dell’Ottocento, intento a creare una serie di marchingegni. Questi macchinari indossati da un coraggioso e incosciente protagonista lo trasformano in un super-soldato. Costui si assumerà l’oneroso compito di difendere un ancor giovane Regno d’Italia dalle mire vendicative del cattivo di turno: un classico mad doctor teutonico. L’autore, dunque, s’inventa una serie di trovate tecnologiche non proprio impossibili per quel tempo, ma in realtà mai realizzate come le bobine di Nikola Tesla, una Iperpila di Volta che sprigiona una energia intensissima, il motore razzo, una superlega (il duranio) imperforabile e inattaccabile, il “raggio della morte” (che peraltro si favoleggia che Marconi abbia veramente realizzato nella seconda metà degli anni Trenta), la “manta sottomarina” e così via. In campo ci sono poi personaggi di fantasia e personaggi reali: il primo ministro Antonio Starabba di Rudinì, il ministro della Guerra Luigi Pelloux, il giornalista Luigi Arnaldo Vassallo detto “Gandolin”, Gabriele d’Annunzio (al quale viene attribuito un motto che più dannunziano non si può) e così via. Quel che intriga è la sua mescolanza tra passato e futuro, con alla base una buona dose di ironia e autoironia che ci fa accettare quanto d’improbabile può esserci nella vicenda».

L’AUTORE
Max Gobbo è un profondo conoscitore del fantastico italiano. È autore dei romanzi Protocollo Genesi, Argil il figlio del fuoco e di racconti fantastici come Garibaldi e i mostri d’acciaio, La maschera nera che rileggono in chiave “fantavaporistica” la storia italiana.

LA COPERTINA
Per la copertina di Capitan Acciaio – Supereroe d’Italia, Psiche e Aurora ha affidato l’opera a Marco Turini, artista della Marvel Comics, conosciuto a livello internazionale per il tratto realistico e graffiante. Lo stile “europeo” di Marco Turini si stacca decisamente dai canoni a cui sono abituati i lettori americani. I suoi disegni, una volta arrivati oltreoceano, sono stati pubblicati nelle riviste dedicate ai più famosi supereroi (Iron Man, Spiderman, X-Men, ecc.), riscontrando un apprezzamento più che positivo da parte dei lettori.

Maggiori informazioni nel sito dell'editore, ovvero qui.




domenica 9 giugno 2013

È uscito il Numero 6 di Altrisogni.

È disponibile da qualche giorno il numero 6 di Altrisogni, con sette racconti, un ricco comparto di articoli e servizi e il bando di una selezione editoriale per racconti di fantascienza.
 
 

Il numero 6 di Altrisogni, la rivista digitale italiana di narrativa fantastica, è disponibile dal 30 maggio sul sito dell'editore dbooks.it (qui).
Nelle sue pagine - impreziosite dalla copertina e dalle illustrazioni interne di Ettore Biondo, già autore della copertina di Ferro Sette - si respira aria di evoluzione: nuovi collaboratori, nuove idee e nuovi obiettivi da perseguire. A tutti gli effetti, Altrisogni 6 rappresenta un vero “giro di boa”, nei contenuti ma anche nella direzione strategica. La rivista lancia infatti la sua prima selezione editoriale e ne pubblica il bando ufficiale: si tratta di I racconti del Purgatory Lounge, aperta a tutti gli autori che vogliano cimentarsi con racconti lunghi di fantascienza basati sul format già proposto in Altrisogni 5. I selezionati saranno pubblicati in una nuova collana di ebook singoli edita da dbooks.it a marchio Altrisogni.

Ricco, come sempre, il comparto redazionale. All'interno del sesto numero della rivista elettronica dedicata alla narrativa sci-fi, horror e weird è possibile leggere un'intervista allo scrittore e sceneggiatore horror Samuel Marolla, autore di libri per Edizioni XII, Mondadori e Mezzotints e attivo sul versante fumettistico con le testate Dampyr e Zagor. Non manca un articolo di approfondimento sulle tecniche di scrittura e un articolo divulgativo sull’immaginario fantastico, dedicato all'universo Steampunk e curato dall'Associazione Culturale Steampunk Italia. Altrisogni 6 presenta inoltre uno speciale sui blog letterari e sulla manifestazione letteraria k.Lit, realizzato da Fabrizio Valenza. Il tutto corredato come sempre da notizie, recensioni e suggestioni.

Cavallo di battaglia della rivista rimangono i racconti. In questo numero ce ne sono sette, tra cui quello “a invito” scritto a quattro mani da Dario Tonani e Claudia Graziani. Gli altri autori pubblicati sono (in ordine alfabetico) Alexia Bianchini, Lorenzo Crescentini, Simone Lega, Daniele Picciuti, Sara Simoni e Lia Tomasich.

Altrisogni 6 è acquistabile al prezzo di 2,90 euro per 124 pagine sul sito dell'editore dbooks.it, qui. Come sempre, nella stessa pagina è disponibile un’anteprima gratuita, di ben 32 pagine.
Per qualunque informazione consigliamo di consultare il blog ufficiale della rivista, la pagina Facebook ufficiale, oppure scrivere all'indirizzo altrisogni(at)dbooks(dot)it
Per inviare racconti e illustrazioni, l’indirizzo di riferimento è selezione(at)altrisogni(dot)it. Per l’invio è pero necessario seguire le linee guida espresse sul blog della rivista, nella pagina dedicata.